sabato 11 maggio 2013

Le recensioni Indiescutibili

     
UMBERTO MARIA GIARDINI: LA DIETA DELL'IMPERARTRICE




C'era una volta Umberto Giardini, classe 1968, un ragazzo come tanti con il pallino della musica.Inizialmente batterista, il nostro gravita nell'orbita del rock marchigiano, talvolta con eccellenti risultati (Hameldome, finalisti ad Arezzo Wave). Presto il giovane Umberto capisce che una piccola realtà come quella di Sant'Elpidio a Mare non può soddisfare le sue velleità artistiche e quindi zaino in spalla, un biglietto aereo sola andata per la Scozia e una nuova vita all'orizzonte. Prima a Dundee e successivamente a Glasgow, Umberto ampia il proprio bagaglio musicale, attraverso gli ascolti di Proclaimers e Gavin McDermott, i quali gli trasmetteranno una nuova sensibilità e un nuovo gusto stilistico. Conclusa l'avventura scozzese, Umberto si stabilisce a Bologna, quella Bologna che nei primi '90 visse la sua ultima stagione dorata, diventando la capitale italiana del Rock Indipendente (cosa ben diversa dall'attuale indie), basti pensare a band come Massimo Volume e Santo Niente. Qui inizia a scrivere le sue prime canzoni per voce e chitarra, poi un bel giorno, l'illuminazione su una via di Milano: una farmacia, un insegna con il cognome  (che piu meneghino di così non si può) del faramacista : MOLTHENI. Da lì nulla sarà più uguale a prima: 7 album in 9 anni (più uno mai uscito), i primi due con la Cyclope del compianto Francesco Virlinzi (vi dicono nulla nomi come Carmen Consoli o Mario Venuti?), nel 2005 il passaggio all'allora neonata Tempesta di Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti).
Umberto ai tempi di Moltheni

Poi a fine 2009, qualcosa si rompe. Umberto/Moltheni, annuncia tra lo scalpore generale il proprio ritiro dal mondo della musica italiana, a suo avviso un marasma eccessivamente autoreferenziale, nel quale artisti puri come lui, senza notevoli amicizie tra i giornalisti del settore, stentano a sopravvivere. Subito dopo una (per fortuna) breve parentesi con il combo prog Pineda, per arrivare alla seconda folgorazione. Se nel primo caso fu un nome di una farmacia, qui si tratta di una songwriter inglese di origine italiana : Anna Calvi. E' lei il farmaco che ha avuto il potere di lenire i dolori del fu Moltheni, ora riappropriatosi del proprio nome anagrafico. Umberto Maria Giardini, lo ritroviamo alla soglia dei 45 anni in una forma splendida,  "La Dieta Dell'Imperatrice" è un disco pregno di significati, dalle mille sfaccettature. Anzitutto un omaggio alla sua musa ispiratrice Anna Calvi (formazione senza basso). Il disco riprende in un certo senso il discorso musicale lasciatoci da Moltheni, per ampiarlo ed arricchirlo di sfaccettature. La quasi title track "L'Imperatrice", è un cupo intro per chitarra, dai reverberi sixties. "Anni Luce" e "Quasi Nirvana" come già detto sembrano restituirci il miglior Moltheni ascoltato tra i solchi di "Toilette Memoria" e "I Segreti Del Corallo", con un respiro piu ampio, Europeo. Ancora di piu se vogliamo questo respiro internazionale ci investe nella track "Il trionfo dei tuoi occhi" nella quale, parafrasando il titolo, un trionfo di chitarre cristalline travolge l'ascoltatore.
"Il desiderio preso per la coda" ci ricorda la parentesi di Umberto con i Pineda. Le altre tracce, ondeggianti tra post.rock e psichedelia ci riconsegnano finalmente l'immagine di un artista che non solo ha fatto pace con se stesso, ma che sta scrivendo nuovi capitoli di una stupenda favola iniziata piu di 25 anni fa, per buona pace dei suoi non pochi fan.

VOTO 7

TRACKLIST

1. L’Imperatrice 1:59
2. Anni Luce 5:37
3. Il Trionfo Dei Tuoi Occhi 3:48
4. Quasi Nirvana 4:01
5. Il Desiderio Preso Per La Coda 3:54
6. Discographia 5:11
7. Saga 4:45
8. Genesi E Mail 4:24
9. Il Sentimento Del Tempo 5:34
10. L’Ultimo Venerdì Dell’Umanità 9:09


                                                      Umberto Maria Giardini : Quasi Nirvana

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